La storia non è fatta solo di grandi eventi e grandi narrazioni, ma anche di microstorie che come tessere di un mosaico ci restituiscono il contesto sociale in cui la “grande storia” si dispiega.
“I carretti della solidarietà (1943-1945)”, nella forma dialogica dell’intervista ai protagonisti ed ai testimoni, ricostruisce il complesso mondo che gravitava in quegli anni attorno alla Resistenza partigiana nelle Apuane, e senza il quale essa probabilmente non sarebbe stata possibile. Si tratta certamente delle “staffette partigiane”, ma anche delle cosiddette “formiche apuane”, donne che sfidando i posti di blocco dei Tedeschi e i mitragliamenti degli Alleati attraversavano il passo della Cisa tirandosi dietro carretti o caricandosi in spalla sacchi di sale, che barattavano con cibo (prevalentemente farina) da redistibuire a parenti, amici di famiglia e conoscenti. A partire da questo nucleo, attraverso testimonianze vivide e mai retoriche, il libro ricostruisce un mondo: è quello del sostegno dato dalla popolazione civile alla Resistenza, nonostante i rastrellamenti e le rappresaglie dei Tedeschi e dei fascisti loro collaboratori (come la strage di Forno nel ’44); dei militari italiani passati ai partigiani dopo l’8 Settembre; della confusione e delle deportazioni (e relative fughe) che seguirono l’armistizio.
È un ricco patrimonio di testimonianze orali, che è fondamentale salvare per iscritto, perché non vadano perse con gli ultimi testimoni di quel periodo storico.
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