“Cosa leggi Caterina?”
“Non lo sai, lei legge praticamente solo gialli!”
“È vero! Li trovo divertenti e poi spesso sono un ottimo mezzo di denuncia sociale! Senza contare che ci sono analogie fra il ‘percorso diagnostico’ e il ‘percorso investigativo’…”
Ecco, penso che questo breve dialogo racchiuda una possibile divertente chiave di lettura per il fumetto di Maria Emiliani.
Caterina Dal Prato, detective/neuropsichiatria infantile, possibile alter ego dell’autrice, decide di trasferirsi dalla “periferia di una piccola città di provincia”, tutta “casermoni” al centro di una “grande città”, spostandosi “verso sud”. Qui comincia una nuova vita e inizia a seguire nuovi “casi” (termine anch’esso comune allo psichiatra e al detective!) che prendono il volto di Erika, bambina con un disturbo del linguaggio, Alessandro, “muto selettivo” e Alex, bambino apparentemente collocabile nello spettro autistico. Ma Caterina, ostile alle certezze in una materia “assolutamente incerta” come la neuropsichiatria infantile, non dà niente per scontato, e nel corso di questa “indagine” molte saranno le sorprese: perché uno stesso sintomo può esprimere patologie diverse e diverse sono le “possibili evoluzioni di questi agglomerati sintomatologici che chiamiamo ‘diagnosi’.”
Tutte storie “mai accadute”, ci rassicura il titolo, ma non per questo meno plausibili, meno “vere”. Tutte raccontate attraverso questo linguaggio particolare che è il fumetto, che consente di “alleggerire” tematiche impegnative riducendo il testo all’essenziale e lasciando alle immagini le informazioni di contorno. Ecco dunque: essenziale, divertente, rapido, avvincente: come un buon giallo!