Con il golpe del 24 marzo 1976 si instaura in Argentina la dittatura più sanguinaria che l’America del Sud abbia conosciuto nell’intero arco del ‘900: dalla presa di potere della giunta militare fino al ritorno della democrazia nel 1983 si contano oltre 30.000 desaparecidos, sequestrati, torturati nei centri di detenzione clandestini, narcotizzati e gettati vivi nell’oceano con i “voli della morte”.
Ad oltre vent’anni di distanza, il libro di Orlando Baroncelli (la prima edizione è del 2008) ripercorre scrupolosamente quegli eventi, la “rimozione collettiva” che seguì la fine della dittatura militare e il progressivo recupero della memoria storica, che si è accompagnato all’abolizione delle scandalose leggi “punto finale” e “obbedienza dovuta”, le quali di fatto garantivano l’impunità ai carnefici: una vittoria, infine, per chi non ha mai dimenticato e ha rivendicato negli anni verità e giustizia, come le madri e le nonne di Plaza de Mayo.
Particolare attenzione è riservata dall’autore alle vicende dei molti cittadini italiani emigrati in Argentina (di fatto abbandonati dalle nostre istituzioni nel periodo della dittatura) e ai collegamenti tra la giunta militare e la loggia deviata P2, che contribuirono a garantire il silenzio in patria sulla sorte dei desaparecidos italiani e in generale sulle atrocità della dittatura.
Nell’alternarsi della “macrostoria” con le “microstorie” di cui essa si compone, troviamo in questo libro (vincitore del premio “Firenze per le Culture di Pace” 2009 dedicato a Tiziano Terzani) la passione dell’autore per il recupero e la trasmissione della memoria storica che avrà seguito nelle sue successive pubblicazioni sulla resistenza partigiana negli anni dell’occupazione nazista.