Tutto quello che avreste voluto sapere sui DSA e avete osato chiedere. I ragazzi di My Story rispondono alle vostre domande
Grazie al Progetto My Story, noi giovani del gruppo AID raccontiamo la nostra esperienza, come è stato per noi affrontare la scuola e come oggi riusciamo a portare avanti studio, lavoro e passioni nonostante alcune difficoltà.
Avere un DSA, però, non si accompagna solo a difficoltà in alcune materie scolastiche, ma anche ad alcune emozioni: frustrazione, timori, senso di impotenza, a volte, soprattutto quando non si riesce a trovare il proprio metodo di studio; imbarazzo, vergogna, rabbia, quando qualcuno non sembra riconoscere la difficoltà e la scambia per “non impegno” o quando si viene presi in giro perché “non si riesce a leggere, scrivere, calcolare abbastanza bene”; solitudine, quando compagni di classe, amici, genitori o insegnanti non sembrano capire; gioia e soddisfazione, quando finalmente si impara a “farci” qualcosa con questa diagnosi.
Durante gli incontri, infatti, molto spesso le domande che ci vengono rivolte riguardano come l’avere un DSA abbia influito sulle nostre vite, tantoché forse, invece che dire “avere un DSA”, dovremmo dire “essere DSA”.
Con questo libro vorremmo rispondere alle tante domande che i ragazzi in questi anni ci hanno posto: a molte di esse siamo riusciti a dare una risposta prima della fine degli incontri, ma tante altre purtroppo le abbiamo dovute leggere durante i lunghi “viaggi di ritorno” che molti di noi affrontavano per arrivare nella sede dove si svolgevano gli incontri My Story. Leggendo questi biglietti su aerei, treni, a volte autobus, ci siamo sempre detti che molte di quelle domande “senza risposta” avrebbero davvero meritato spazio e tempo per essere affrontate e discusse insieme.
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