Così insegno

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Questo libro, come esplicitato nel titolo, vuol essere un ponte tra teoria ed esperienze pratiche nella didattica per i ragazzi con Disturbo Specifico di Apprendimento (DSA). Nella fattispecie i contributi qui raccolti si rivolgono agli insegnanti della scuola secondaria di secondo grado: nonostante infatti sia ancora diffuso il preconcetto che la dislessia riguardi solo i primi anni della scuola primaria, i DSA, come caratteristica costituzionale, accompagnano la persona per tutto il corso della vita. Tutt’altro che raro è poi il fenomeno delle diagnosi tardive, che ha numerose cause, di cui almeno una intrinseca al disturbo: è possibile infatti che questo si manifesti pienamente solo quando l’aumento delle richieste scolastiche mette in crisi i meccanismi di compenso che fino a quel momento ne avevano attenuato le conseguenze.

Il libro è diviso in quattro parti, caratteristica che lo rende maggiormente fruibile facilitando l’individuazione degli argomenti di interesse. Partiamo così da considerazioni prettamente teoriche nella prima parte (La scuola cambia…), che trascendendo le problematiche specifiche dei DSA presenta sinteticamente un nuovo paradigma pedagogico, al cui centro si situa non più l’insegnamento del docente ma l’apprendimento dello studente, con le sue dimensioni non solo cognitive ma anche emotive, affettive, creative, sociali; da qui approdiamo alla seconda parte (Gli attori) in cui vengono approcciate più direttamente le problematiche dei DSA, considerando tutti gli attori in gioco (scuola, famiglia, specialisti, ma, anche, ovviamente, lo studente stesso) che, nel rispetto delle specifiche competenze devono fare rete, partendo dalla conoscenza di una condizione di difficoltà del ragazzo per giungere alla sua piena presa in carico, nella consapevolezza che “la prospettiva inclusiva non interpreta le situazioni come condizioni essenzialmente individuali ma come risultante di complesse interazioni”; arriviamo così alla terza parte (luci e ombre. Raccolta di testimonianze) che approda alle esperienze concrete dei docenti di varie discipline che si sono dovuti confrontare con casi di DSA nelle scuole superiori; l’ultima parte (La normativa: una risorsa) può essere condensata nella frase “la scuola non deve abbandonare nessuno”, e considera le norme generali entro le quali si deve muovere l’autonomia delle singole istituzioni scolastiche, con particolare attenzione alla fase di valutazione in corso d’anno ma anche negli Esami di Stato.

Infine gli autori hanno utilizzato la parola “ponte” perché questo libro non termina con la lettura dei suoi capitoli, ma proseguirà con uno spazio digitale in cui sarà possibile scambiare esperienze didattiche e metodologiche.

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