La galleria di Libri Liberi è sempre stata il luogo naturale dove esporre le opere di tutte le edizioni di Doppio Senso, perché Libri Liberi vuol dire tante cose. Non solo una piccola casa editrice impegnata su vari fronti e una libreria nel centro di Firenze con un grande giardino e un teatrino, ma anche uno spazio aperto all’arte dove prendono vita moltissime iniziative culturali in cui illustratori, grafici, giovani artisti, attori, scrittori si incontrano.
La prima edizione di Doppio Senso nel 2018, dopo la mostra a Libri Liberi, è stata ospitata nel 2019 a Parigi, nello spazio espositivo della libreria Babel.
La seconda edizione, dedicata a Italo Calvino e presentata a Libri Liberi nell’autunno del 2019, è stata accolta, per il centenario della nascita dello scrittore (2023), nella Biblioteca Briganti di Siena con la promozione del Comune in collaborazione con la Fondazione Antico Ospedale Santa Maria della Scala.
La terza edizione di Doppio Senso, dedicata a Hermann Hesse, dopo la prima tappa a Libri Liberi nel 2023, sarà ospitata nella Casa Camuzzi, oggi Museo Hermann Hesse, a Montagnola (Lugano) dove lo scrittore visse dal 1919 al 1931 e dove scrisse, fra le altre opere, anche L’infanzia del mago.
DoppioSenso 3. Hermann Hesse, L’infanzia del mago. Frammenti di infanzia nel gioco del libro d’artista
Continua il viaggio nel paesaggio fatto di parole e segni del progetto Doppio Senso. Non era facile, dopo la precedente edizione dedicata a Italo Calvino, trovare un altro scrittore che sapesse suggestionare con la potenza del suo lavoro un gruppo di artisti-viaggiatori sempre pronti a giocare con le parole, trasformando e mischiando i linguaggi della letteratura e dell’arte in un nuovo oggetto artistico, il libro d’artista.
Durante la preparazione del nuovo progetto il nostro tavolo si è riempito di libri di tutti i tipi. Poi improvvisamente e inspiegabilmente ha iniziato a circolare un libretto, piccolo, scritto esattamente cento anni fa, con un titolo suggestivo, L’infanzia del mago. Il breve racconto, poco più di venti pagine, è un’opera non molto conosciuta di Hermann Hesse, un frammento autobiografico che è una vera e propria immersione nella memoria dell’infanzia, nella dimensione interiore di un bambino che inizia a entrare in relazione con il mondo. Tra le righe di questo racconto, un filo rosso di parole si dipana per guidare noi, adulti Teseo, dai luoghi ancora magici dell’infanzia, dove la capacità di immaginare dà vastità al possibile, fino al mondo più limitato dei grandi che “si inchinano alla realtà della vita”. Il bambino Hermann Hesse si vede, man mano che cresce, gradualmente catturato, “per il momento soltanto per un ricciolo o per un dito”, da questo mondo. “Dappertutto ero circondato dal disincanto, molto di quello che una volta era stato ampio si restrinse, molto di quello che un tempo era stato prezioso divenne meschino”.
E come tutti noi ex bambini ricordiamo, anche il protagonista del racconto ricorda: “… ero felice… e se qualche volta stavo male… prendevo sentieri segreti che mi riportavano alla luce”.
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